Le Renne Di Natale 2024: Il Sacrificio di Meriel
Autore |
Messaggio |
Nefertiti
Esperto
Iscritto il: 29/09/2018, 7:56 Messaggi: 80
|
Lady Nefetiti, dopo aver preparato un ottima colazione per suo marito Ork Falken, si avviava a fare compere presso i migliori negozi di Britain, quando fu raggiunta da un giovanotto che le recapitò un messaggio del suo Re Lord M.T.S. Lo lesse e subito fu presa da sgomento... la città di Trinsic era invasa da elfi e da orde di briganti che saccheggiavano ogni abitazione e negozio. Senza alcuna remora si precipitò alle stalle di Britain e si fece sellare Princess, la sua cavalcatura più combattiva e con essa si diresse verso Trinsic. Una volta arrivata una scenario spaventoso le si presentò: gente che scappava, urla, fuochi e fumo che si alzavano da quella che era una volta una delle più belle città di Sosaria. Senza alcuna esitazione si gettò in quell' inferno, ma grazie alla sua cavalcatura i briganti cominciarono a cadere uno ad uno, solo i guerrieri elfi erano un problema, ma le arti marziali apprese negli anni le permisero di avere ragione anche dei loro guerrieri più forti. Dopo aver ucciso oltre quattrocento briganti e molti elfi, andò alla locanda di Rosa per prendere fiato e riposarsi. Qui incontrò Trez il Ramingo che invece si stava sollazzando con le ragazze della locanda. Il Ramingo era assai alterato, come suo solito dalle abbondanti bevute, e quando la vide, la scambiò per una delle ragazze di Rosa; le si avvicinò e buttando un sacchetto di monete sul tavolo le chiese di andare in stanza con lui. Per tutta risposta Lady Nefetiti gli mollò un pugno che fece ruzzolare il Ramingo per terra, e riprese la porta urlandogli irripetibili improperi. Alla sua uscita incontrò Ork Falken anche lui intento a combattere ed insieme continuarono la caccia.
_________________
|
04/01/2025, 14:26 |
|
|
Trez
Veterano
Iscritto il: 28/06/2017, 7:32 Messaggi: 766
|
Mentre ero nel villaggio degli elfi a togliere loro i preziosi amuleti, in compagnia di Lady Nefetiti, facendone in buona quantità grazie alla sua cavalcatura Princess ed al mio Gallinaccio, ad un certo momento lei mi salutò per impegni improvvisi ( mmm che forse aspettava qualcuno che non fosse Ork in quella casetta appena fuori Skara Brae?, ma di questo ne riparleremo), quindi continuai a prendere gli oggetti dagli elfi, ma ad un certo punto non mi accorsi di aver la sacca strapiena di oggetti ed un amuleto fuoriuscì da essa. Allora mi recai alla svelta alla prima banca per svuotare la sacca quando.....mi accorsi di non aver più con me due preziosissimi gioielli: un paio di orecchini con +25 enanche potion ed un ancor più prezioso braccialetto con diverse proprietà adatte al pvp. La disperazione mi colse, cominciai a rovistare nella sacca , ma nulla nessuna traccia!!! Allora tornai sui miei passi e tornai al villaggio degli elfi che intanto si era ripopolato, dovetti quindi ingaggiare nuovamente aspri combattimenti e una volta fatta piazza pulita cominciai a cercare se nella neve vi fossero i miei gioiellli. Girai, girai ma nulla trovai!!!! Sconsolato ripresi ad andare per renne, quando mi venne in mente che forse qualcuno poteva aiutarmi. Cavalcai a lungo in quel di Trammel e finalmente raggiunsi una abitazione semidiroccata ed alquanto sinistra. Li vi abitava ormai da molti anni Grizelda la strega, l'ultima delle streghe nero vestite che moltissimi anni addietro sostavano per fare i loro macabri riti poco sopra il portale per Buccaneer's Den. Non senza paura la salutai, tenendomi pronto con la mia kriss, ma non ce ne fu bisogno, la strega che grazie alle sue magie era di una bellezza straordinaria nonostante dovesse avere oltre duecento anni, mi accolse benevolmente. "salve vecchio arciere, cosa vi porta nella mia casa?" . Allora le spiegai della perdita dei miei due gioielli e che cercassi in lei un aiuto. " Forse posso aiutarti mio caro, in nome dei vecchi tempi, quando per esser diventato un assassino per aver ucciso un tuo compagno di duelli a Britain, mentre vi allenavate, e ti rifugiasti vicino al nostro ritrovo. Eri un giovinetto inesperto, ma riuscivi a fregarci del cibo anche se ci divertivamo a vederti tremare come una foglia quando ti avvicinavi a noi." A quel ricordo un brivido freddo mi percorse la schiena, eran tempi assai difficili per me, isolato a vivere fuori dalle città, e quindi costretto ad arrangiarmi in quel posto che vedeva feroci assassini passarmi vicino." Ti posso aiutare ma devi offrirmi due cose: ali di pipistrello e la tua virilità" . A queste parole ebbi un tuffo al cuore, era perfetto!! in sacca avevo proprio delle ali di pipistrello e per la virilità, beh non ci stavan problemi, di fronte ad una simil bellezza la mia "spada" era sempre pronta!!! Le dissi quindi che avevo il tutto. Con le ali di pipistrello la strega mi fece dono di un paio di orecchini luccicanti con +25 enanche potion... na bellezzza. Per il braccialetto serviva la mia virilità percui ci sdraiammo su un assai scomodo giacilio, ma non era inportante quello che mi aspettava valeva la pena di qualche scomodità. I nostri corpi si unirono, ma ad un certo punto mentre ero preso a "menar fendenti con la mia spada", si avete capito, strabuzzai gli occhi perchè la bellissima fanciulla che stavo "colpendo" si era trasformata in una orribile megera, piena di rughe, sdentata, secca secca ... Mi staccai immediatamente da lei e con l'orrore negli occhi, presi velocemente la porta e tornai in sella del mio gallinaccio, dando di speroni. Mentre mi allontanavo sentivo la voce della strega che urlava: " Peccato mio vecchio amico ma il tuo braccialetto è andato perso, hai interrotto la magia, torna indietrooo" Cavalcando a perdifiato per il bosco, con ancora quella visione negli occhi ,mormoravo: "Me misero, me tapino, me sfortunato, i miei gioellliiii!!!"
Allegati:
grizelda.jpg [ 796.29 KiB | Osservato 199 volte ]
_________________
|
05/01/2025, 15:39 |
|
|
Duncan
Junior
Iscritto il: 29/06/2017, 22:13 Messaggi: 16
|
Era tanto che non non tornava nelle terre dove era cresciuto,ogni tanto qualche sporadica apparizione ma era giunto il momento di tornare,duncan era nella sua casa a delucia cercando di ricordare dove avesse messo tutte le cose a lui utili,era passato tempo dall ultima scorribanda alle porte della sede hl e decise di farvi visita. Per sua sorpresa si ritrovo una scorribanda di elfi e briganti che assiedavano la città e voleva capire perchè.Incontrò un brigante di vecchia consocenza che in poche parole disse di essere ai servizi di Galedrien e minacciava la citta tenendo ostaggio Meriel nelle prigioni,questa poteva essere un occasione per fare affari per un vecchio mercenario e quindi volle sapere di piu. nei giorni successivi notoò una grande quantita di renne di natale in giro per il mondo decise di informarsi nelle città piu frequentate da vecchi eroi di Sosaria. In una locanda,cercando riparo ritrovo per sua sorpresa Trez il ramingo e Lady Nefetiti,presi in una discussione che andava sul personale,vecchie conoscenze che spiegarono il loro punto di vista sulla vicenda di trinsic e Galedrien e dissero che aiutandoli nel combattere i briganti ci sarebbero state ricompense per tutti,con tutti i consigli sul come affrontarlo....cosa poteva fare un mercenario se non accettare?le ricchezze e il sangue erano il suo unico scopo di vita.Decise quindi di allearsi ai vecchi "nemici" per un obiettivo comune.Nel suo sapeva che i giorni di scorribande stavano per terminare e che avrebbe dovuto approfittare della situazione.Mai avrebbe pensato di doversi alleare alla gilda con la quale era in guerra da anni ma da solo non poteva nulla contro Galedrien,e con questo pensiero alzò il calice in favore di Meriel!
|
06/01/2025, 19:53 |
|
|
Khan
Veterano
Iscritto il: 29/06/2017, 13:15 Messaggi: 240
|
Khan era appena entrato in casa dopo aver girovagato in lungo e in largo per le terre di Sosaria alla ricerca di renne da salvare, quando vide arrivare un messaggero alato di Oldpelio. La cosa gli sembrò strana perché avevano cacciato insieme poco prima, tolse il laccio dalla zampetta del falco e leggendo rimase assai perplesso. Oldpelio non era tipo da fare scherzi, ma quello che c'era scritto non era credibile. Scriveva che appena era uscito dal portale per entrare in casa era stato attaccato da una schiera di elfi e di feroci briganti, anzi diceva che tutta Trinsic era caduta in mano agli alfi, che la Guardia era stata uccisa e la città era in mano loro. Comunque il messaggio era una chiara richiesta d'aiuto e oltre che un vecchio amico Oldpelio era un fratello di gilda, quindi non c'era da perdere tempo. Khan corse a rifornirsi di reagenti e dardi e appena uscito apri un portale per la taverna di Oldpelio, ma ebbe l'avvertenza di evocare due demoni. Il sesto senso aveva funzionato perché appena uscito dal portale si trovò circondato da elfi e da briganti e senza i demoni avrebbe fatto immediatamente una brutta fine, cercò di dar fiato al suo flauto x calmare gli elfi che gli stavano addosso e contemporaneamente colpì i briganti con ogni magia a sua disposizione. Oldpelio era li vicino, lo raggiunse e insieme ebbero ragione degli assalitori. Ma la città era veramente invasa, Galedren aveva attirato in una trappola la Guardia cittadina e dopo aver occupato la città se ne era andato non si sapeva dove, ma il suo obiettivo era chiaro voleva impossessarsi del Trono di Britain. Le battaglie a Trinsic continuarono anche per i giorni successivi, fra l'altro si venne a sapere che era stata messa una taglia sulla testa dei briganti e a chi ne avesse uccisi un buon numero ci sarebbe stata una ricca ricompensa e cosi Khan cercò di diminuire non solo il numero degli elfi, ma anche quello dei briganti che erano veramente numerosi e agguerriti non meno degli elfi.
_________________
|
06/01/2025, 23:56 |
|
|
Terre Incantate
Staff
Iscritto il: 23/06/2017, 22:57 Messaggi: 211
|
Un'alleanza fragile contro GaledrenClaris sapeva che oltre la cascata si celava qualcosa di più di un semplice corso d'acqua. Aveva compreso, con un'intuizione amara, che lì si trovava l'ingresso a sotterranei antichi, un tempo maestosi, ora ridotti a un ammasso di rovine decadenti.
All'interno di quelle profondità, il crudele Galedren continuava a tormentare Meriel. Ogni colpo inferto, ogni magia scagliata, spegneva un frammento della luce protettiva che ancora avvolgeva la fata, riducendo ciò che restava della sua essenza luminosa. Il suo obiettivo era chiaro e spietato: darle il colpo di grazia, annientarla definitivamente.
Meriel era rinchiusa in una struttura di legno e metallo, un luogo tanto solido quanto implacabile. Le fiamme che ardevano intorno a lei sembravano riflettere la crudeltà del suo carceriere. Galedren osservava con occhi gelidi, affiancato dagli elfi ormai caduti sotto il suo controllo, ormai incapaci di distinguere la luce dalla loro stessa oscurità.
Nel cuore della tragedia, Claris trovò il coraggio di avvicinarsi a un gruppo di umani che si erano avventurati nel territorio degli elfi. Nonostante sapesse di rischiare di essere attaccata, la giovane elfa sperava che il suo sguardo sincero e le sue intenzioni pacifiche potessero trasmettere la verità. Gli umani, colti dalla determinazione e dalla purezza che trasparivano dai suoi occhi, compresero subito che Claris era diversa dagli altri elfi.
Tra loro nacque un dialogo, raro e prezioso. Per la prima volta, Claris poté condividere i suoi pensieri, confidando le sue speranze e il suo tormento senza essere scoperta dagli altri elfi. Fu grazie a questo fragile legame che gli umani decisero di intervenire, intraprendendo incursioni nei sotterranei nascosti dietro la cascata.
Ogni passo all'interno di quelle rovine decadenti fu segnato da scontri brutali contro gli elfi soggiogati da Galedren. Tuttavia, gli umani avanzarono con determinazione, superando le trappole e le barriere che proteggevano il cuore del luogo. Infine, raggiunsero la prigione di Meriel.
Ciò che trovarono li lasciò senza parole. La fata giaceva intrappolata in una gabbia di legno e metallo, circondata da un'aura di magia opprimente. Il suo corpo era immobile, il suo respiro appena percettibile, e il suo viso, solitamente radioso, sembrava quello di un essere spezzato. Non riuscirono a comunicare con lei; era esausta, apparentemente stordita e priva di sensi.
Gli umani tentarono ogni espediente per liberarla, ma l'area era intrisa di un tipo di magia che sfuggiva alla loro comprensione. Ogni sforzo veniva neutralizzato da Galedren, che interveniva prontamente con i suoi seguaci. Ogni volta, la sua presenza aggiungeva un peso schiacciante alla situazione, impedendo qualsiasi piano più complesso per salvare la fata bianca. Claris, custode della speranzaGaledren era ormai stanco di aspettare. La presenza di Meriel, per quanto debole, rappresentava ancora una minaccia per i suoi piani, e lui era determinato a eliminarla definitivamente. Decise quindi di agire personalmente. Organizzò quello che sarebbe stato il suo colpo finale: aprire la struttura che imprigionava Meriel e abbandonarla, indebolita e senza difese, nelle grinfie di una creatura maligna che l'avrebbe divorata.
Nel frattempo, Claris non restava con le mani in mano. Passava ogni momento libero immersa nei libri e nelle pergamene, cercando disperatamente una soluzione. Sapeva di avere un vantaggio: nessuno degli altri elfi conosceva il suo legame segreto con gli umani, né il fragile dialogo che aveva stabilito con loro. Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, la giovane elfa non riusciva a capire come aprire la gabbia che imprigionava Meriel.
Durante le sue ricerche, Claris scoprì qualcosa di fondamentale: il legno che componeva la struttura era intriso di energia druidica, una magia naturale e potente che lo rendeva impenetrabile. Solo un amuleto creato con le stesse proprietà avrebbe potuto spezzare l'incantesimo che lo proteggeva. Questa rivelazione, anziché darle speranza, la fece sprofondare nella disperazione. Si sentiva sopraffatta dal peso della situazione, e le lacrime cominciarono a scendere mentre la sua mente cercava freneticamente una soluzione.
Poi, come un fulmine a ciel sereno, i suoi occhi caddero su un oggetto dimenticato sotto il letto: un bastone avvolto in una stoffa. Lo riconobbe immediatamente. Era il bastone di Meriel, quello che durante i caotici scontri nella piazza era andato perduto. Claris lo aveva trovato e custodito con cura, nascondendolo con la speranza di poterlo un giorno restituire alla sua legittima proprietaria.
Con mani tremanti, Claris prese il bastone e vi praticò un incantesimo per verificarne le proprietà. La scoperta le tolse il fiato: il bastone non solo aveva un'origine druidica, ma era ancora colmo dell'energia di Meriel. Non tutto era perduto; forse, solo forse, aveva trovato la chiave per spezzare le catene che tenevano imprigionata la sua mentore. L'ultimo tentativoClaris si nascondeva dietro le rocce vicine al portale che collegava il mondo degli elfi a quello degli umani. Il cuore le batteva forte, ma quando riconobbe il gruppo di umani con cui aveva instaurato un fragile dialogo, uscì allo scoperto e li avvicinò in silenzio. Con voce ferma, comunicò loro che era pronta a tentare il tutto per tutto per salvare Meriel.
Gli umani, preoccupati per il rischio che stava correndo, le ricordarono che se gli altri elfi avessero scoperto il suo tradimento, non avrebbero avuto pietà di lei. Claris annuì, consapevole del pericolo. Ammetteva senza esitazione che il fallimento avrebbe potuto significare la sua fine, ma ciò non la distolse dal suo intento. Le probabilità di riuscita erano minime, quasi inesistenti, ma restava l'unica speranza.
Sfruttando il favore del buio e il fatto che Galedren fosse momentaneamente diretto a Trinsic, Claris fece entrare gli umani di nascosto. Li condusse rapidamente a un capanno isolato, dove aveva preparato per loro delle uniformi elfiche e una tintura speciale per la pelle, in grado di camuffarli sotto la flebile luce delle lanterne elfiche.
In silenzio, attraversarono il villaggio sfruttando l'oscurità come scudo. Claris, intanto, si occupava di distrarre le guardie che sorvegliavano la cascata, trattenendole con una scusa banale ma efficace, mentre gli umani si infiltrarono nei sotterranei nascosti oltre il velo d'acqua. Poco dopo, Claris li raggiunse, con il volto teso e gli occhi determinati.
Davanti alla prigione di Meriel si scatenò uno scontro feroce e silenzioso. Gli elfi fedeli a Galedren difendevano con forza la loro posizione, ma gli umani, guidati dalla necessità e dal coraggio, combattevano con pari determinazione. Ogni istante era prezioso, e Claris lo sapeva bene.
Finalmente, si trovò di fronte alla gabbia di Meriel. Aveva solo pochi istanti prima che le guardie del territorio degli elfi si accorgessero dell'inganno o arrivassero per il cambio turno. Con il bastone di Meriel saldo tra le mani, Claris sapeva che era il momento di agire. Non c'era più spazio per il dubbio: era il tempo del tentativo. Un respiro di vitaCon le mani tremanti e la voce rotta dall'emozione, Claris iniziò a recitare le parole incise sulla pergamena, stringendo con forza il bastone di Meriel. I suoi occhi lucidi riflettevano un misto di paura e determinazione, mentre la sua voce risuonava nei corridoi. Il rituale sembrava richiedere più tempo del previsto, e gli umani, consapevoli della delicatezza del momento, si schierarono a difesa del corridoio. Nei loro cuori, sapevano che un lieto fine era un'eventualità remota, ma erano pronti a combattere per ogni istante che Claris potesse guadagnare.
All'improvviso, un suono profondo e inquietante riempì la prigione: le pareti della cella di Meriel iniziarono a scricchiolare, e crepe luminose si fecero strada lungo il legno intriso di magia druidica. Con un ultimo scoppio, le pareti si aprirono, creando un varco verso l'interno. Claris restò immobile per un istante, sopraffatta da gioia e stupore, poi corse avanti, seguita da due umani.
Lì, al centro della cella, giaceva Meriel. Il suo corpo nudo era immobile, quasi scheletrico, e la sua pelle aveva un pallore spettrale. Era in uno stato quasi vegetativo, un'ombra della fata radiosa che Claris ricordava. Con mani premurose, Claris la rivestì, mormorando parole di conforto mentre cercava disperatamente di svegliarla. Tentò ogni cura che conosceva: pozioni di guarigione, erbe dalle proprietà magiche, ma nulla sembrava funzionare. Meriel era troppo vicina alla morte.
Alla fine, Claris prese il bastone druidico, con il cuore colmo di speranza e paura. Lo avvicinò delicatamente al corpo della fata, lasciando che la magia contenuta al suo interno fluisse verso di lei. Lentamente, un cambiamento avvenne. Il colore tornò a tingere le guance di Meriel, e il suo respiro, prima appena percettibile, si fece più profondo. Poi, con un filo di voce e uno sguardo debole ma lucido, Meriel aprì gli occhi e incontrò quelli di Claris.
"Ciao... ciao piccola mia..." sussurrò, la sua voce dolce come una carezza.
Claris si sciolse in un sorriso pieno di lacrime di gioia, abbracciando con lo sguardo la sua mentore ritrovata. Anche gli umani, che avevano assistito alla scena, condivisero il momento di felicità, sapendo tuttavia che la vera sfida era appena iniziata.
Meriel, ancora troppo debole per muoversi, riuscì almeno a parlare a brevi intervalli. Rivolgendosi a Claris e agli umani, con un filo di voce disse: "Mi dispiace... non avrei mai voluto o pensato..."
Le sue parole furono interrotte da rassicurazioni dolci e sincere. "Non è colpa tua" le rispose Claris con fermezza, mentre gli altri confermavano che le sue intenzioni erano sempre state nobili. In quel momento, Meriel si lasciò andare a un lieve sorriso, grata per l'amore e la fiducia che ancora la circondavano. Il seme della speranzaDal soffitto si udivano rumori sordi e tonfi che facevano vibrare le pareti. Erano chiari segnali di movimenti sopra di loro, nel territorio elfico che sovrastava i sotterranei. Polvere cadeva a intermittenza, segno che qualcosa di estremamente pesante si stava avvicinando. La tensione nell'aria era palpabile, e tutti sapevano che il tempo a disposizione era ormai agli sgoccioli.
Meriel, ancora troppo debole per riprendersi completamente, osservava con amore Claris e il gruppo di umani che l'avevano accompagnata. Con voce dolce, iniziò a parlare, dispensando parole piene di affetto e incoraggiamento. Claris, seppur consapevole del pericolo imminente, era felice di averla ritrovata. Gli occhi pieni di speranza sognavano un futuro insieme, lontano dalla guerra e dalla sofferenza.
Ma i rumori diventavano sempre più intensi, e la minaccia era ormai vicina. Claris, cercando di mantenere la calma, si avvicinò a un antico pannello decorato con simboli druidici sulla parete, sperando di scoprire una via di fuga alternativa. Nel frattempo, Meriel incrociò lo sguardo di uno degli umani. Con un'espressione seria ma serena, lo chiamò a sé.
"Ti prego," gli sussurrò, facendo attenzione a non farsi sentire da Claris, "proteggila. È come una figlia per me... è tutto ciò che ho."
Un tonfo fragoroso interruppe il momento, facendo tremare le mura e sollevando una nube di polvere dal soffitto. Dalle gallerie, le voci di Galedren e dei suoi elfi si fecero sempre più vicine. Meriel, con un ultimo sforzo, alzò lo sguardo verso il gruppo e, con una voce decisa, disse: "Venite qui! Dovete andare!"
Claris si voltò verso di lei, il terrore dipinto sul volto. "Ma tu... ma tu non vieni con noi?" chiese, con un filo di voce tremante.
Meriel, consapevole delle sue forze ormai ridotte al limite, le rivolse uno sguardo colmo d'amore. "Claris, devi andare" rispose, con dolce fermezza. "Sono così orgogliosa di te. Sei il seme della speranza, il risultato di tutti i miei sforzi. Sei la luce che il mondo ha sempre atteso."
Le lacrime iniziarono a rigare il viso di Claris. "Io non voglio lasciarti!" gridò disperatamente. "Ti prego, non abbandonarmi... ho bisogno di te!"
Meriel le rispose con un sorriso pieno di pace. "Piccola mia, devo compiere un ultimo sacrificio." mormorò, la sua voce calma come una carezza. "Ti prometto che farò di tutto per tornare da te."
Per un momento, Meriel la guardò intensamente, imprimendo il suo amore nel cuore di Claris. Poi chiuse gli occhi e sussurrò un ultimo incantesimo. Prima che Claris potesse protestare ulteriormente, si ritrovò improvvisamente trasportata, insieme ai suoi compagni, in una foresta sconosciuta.
Le foglie mosse dal vento e i raggi di luce filtravano attraverso gli alberi di Haven, nella dimensione umana. Erano al sicuro, ma il cuore di Claris era rimasto indietro, con Meriel. Il Sacrificio di MerielLa voce di Galedren risuonava nel corridoio come un tuono carico di malvagità. "Bella fata... sto arrivando!" gridò, e il rumore delle catene trascinate aggiungeva un'eco sinistro alle sue parole. Poi, con tono beffardo e velenoso, continuò: "Meriel, sei pronta? Finalmente farai qualcosa di utile nella tua vita. Diventerai un pasto!"
Una risata sadica sfociò dalle sue labbra, seguita dall'ilarità crudele degli elfi che lo accompagnavano. Al loro seguito c'era una creatura mostruosa, un essere leggendario creduto estinto da tempo: l'Ingordo. Nato nei sotterranei del territorio elfico, era una bestia conosciuta per la sua voracità insaziabile. Nessuno sapeva quale magia avessero usato per domarlo, ma l'aria stessa sembrava tremare al suo passaggio.
Galedren e il suo seguito entrarono nella sala. La gabbia, che Claris era riuscita ad aprire poco prima, era stata richiusa da Meriel in un atto disperato di protezione subito dopo averli portati in salvo. Con una risata diabolica, Galedren si fermò davanti alla gabbia e iniziò a recitare l'incantesimo per aprirla. Le parole arcane si intrecciarono nella stanza, e il legno che formava la prigione cominciò a scomparire, dissolvendosi come cenere al vento, fino a lasciare completamente esposta la fata.
Ma il ghigno di Galedren svanì in un istante. Lì, al centro della stanza, Meriel non giaceva più sfinita e impotente. Era in piedi, il suo bastone saldo tra le mani, e il suo corpo emanava una luce dorata. Era sospesa a mezz'aria, e i suoi occhi severi fissavano Galedren con una delusione che lo paralizzò.
Prima che potesse pronunciare una parola, Meriel parlò con voce solenne, che riempì la stanza come un giudizio inappellabile. "Mai, mai il male potrà sopraffare la luce e la speranza!"
Con un gesto deciso, impugnò il bastone e lo sollevò verso l'alto, come a offrirlo al cielo. Un'ondata di luce esplose dal suo corpo, riempiendo la sala. La sua figura brillava come il sole, intensa e accecante, una stella al massimo del suo splendore. Il terreno tremò sotto la forza dell'energia liberata.
La luce si espanse, superando i confini del territorio elfico. Attraversò il portale, e una colossale esplosione di luce scaturì dall'altro lato, vaporizzando ogni cosa nelle vicinanze. La dimora di Meriel, situata vicino al portale, fu travolta e ridotta in cenere insieme al paesaggio circostante.
L'aria intorno al portale ormai dissolto, era rarefatta, carica di un'energia che rendeva il respiro difficile. La luce era visibile persino da Trinsic, una stella esplosa che illuminava il cielo come un segno indelebile del sacrificio e del potere di Meriel. [GDR Off]Aggiornamento storia con la pubblicazione della classifica.
Coloro che hanno raccolto un numero elevato di pergamene e desiderano aggiungere un contributo GDR sono invitati ad attendere la parte conclusiva della storia, poiché potrebbero essere menzionati esplicitamente, ottenendo così uno spunto in più per il loro intervento.
Le istruzioni su come richiedere i premi arriveranno insieme ai risultati.
_________________
|
07/01/2025, 10:35 |
|
|
Terre Incantate
Staff
Iscritto il: 23/06/2017, 22:57 Messaggi: 211
|
Le Renne Di Natale 2024: RisultatiIl bagliore dell'addioClaris e il gruppo di umani si ritrovarono nella foresta di Haven, il cuore appesantito da un dolore che sembrava spezzarli. L'incantesimo di Meriel li aveva salvati, ma il prezzo da pagare si faceva sentire come un macigno sull'anima.
Mentre cercavano di raccogliere i pensieri, il cielo sopra di loro si illuminò all'improvviso. Una luce intensa e straordinaria squarciò il crepuscolo della foresta, tingendo ogni cosa di un bagliore irreale. Nessuno parlò, ma tutti compresero all'istante: quella luminosità era segno di qualcosa di drammatico, qualcosa che non avrebbe mai potuto essere annullato.
Gli sguardi si alzarono all'unisono verso la fonte di quella luce, intrisa di una potenza misteriosa. Nessuno trovava il coraggio di rompere il silenzio. Il dolore e lo stupore si mescolavano nei loro occhi, fissando quella direzione con un misto di reverenza e sgomento.
Dopo qualche istante, presero coscienza del luogo in cui si trovavano. I profili familiari degli alberi e il sussurro del vento rivelarono che erano sull'isola di Haven. E quella luce... proveniva dal portale che collegava i due mondi nel lontano territorio del Regno di Trinsic.
Un nodo si strinse nel cuore di Claris, un presagio che non osava tradurre in parole. Tuttavia, sapeva, come sapevano anche gli altri, che quella luce era l'addio di Meriel.
Claris iniziò a mormorare tra sé e sé, con voce tremante: "No, no... non è vero... mi ha detto che... mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per tornare da me... no..." Le sue parole si fecero sempre più flebili, fino a dissolversi in un silenzio carico di dolore. Poi, improvvisamente, il suo corpo cedette, e svenne, incapace di sopportare il peso della realtà.
LeChuck, l'umano a cui Meriel aveva affidato la protezione di Claris, si mosse immediatamente. Le afferrò il corpo esanime e la sollevò con cura, con il viso teso in un'espressione di preoccupazione. Poco distante, intravide un piccolo rifugio, un luogo che poteva offrire riparo almeno per il momento. Con gli altri umani al seguito, entrò e posò Claris delicatamente su un letto di fortuna. Il silenzio del rifugioNel rifugio calò un silenzio opprimente. Gli umani, ancora scossi, si scambiarono sguardi carichi di tensione. Nei loro cuori pesava il senso di fallimento, un dolore simile a quello di aver abbandonato un compagno in battaglia. Eppure, una parte di loro sapeva che Meriel aveva scelto di teletrasportarli via per un motivo preciso. Probabilmente, la fata aveva compreso che lo scontro imminente sarebbe stato troppo grande, troppo devastante, perché loro potessero sperare di affrontarlo.
Trez Il Ramingo si alzò in piedi, con il volto rigido e determinato. Con voce ferma, si rivolse agli altri: "Io vado. Devo scoprire se è ancora viva. Non posso starmene qui senza fare niente."
OldPelio lo interruppe immediatamente, il tono altrettanto deciso: "Dove pensi di andare, Trez?! Hai visto anche tu quella luce.", Continuò con la lucidità di chi sapeva a cosa si stava andando incontro: "So per certo che l'area è inaccessibile. I tuoi polmoni durerebbero pochi minuti prima di collassare."
Immediatamente, LeChuck annuì, sostenendo le parole di OldPelio. "Ha ragione. Quella luce... è come l'esplosione di una stella. L'aria intorno al portale è rovente e irrespirabile. Ci vorranno mesi, forse anni, prima che quell'area diventi di nuovo accessibile."
Le parole pesarono come una sentenza. Trez restò immobile per un istante, lo sguardo abbassato e le mani strette in pugni, combattuto tra l'impulso di agire e la consapevolezza dell'impossibilità della situazione.
Trez non riusciva ad accettare l'idea che Meriel fosse morta, che il prezzo del suo amore e dei suoi sacrifici fosse stata la sua stessa vita. Il dolore lo consumava, ma nel suo cuore ardeva una determinazione feroce. Si voltò verso gli altri e, con lo sguardo duro, dichiarò: "Ebbene, allora affronterò la morte."
OldPelio lo fissò negli occhi, scuotendo lentamente la testa, un misto di preoccupazione e rispetto nel suo sguardo. "Sei sempre il solito, Trez" rispose con un tono che tradiva un leggero sorriso. Poi aggiunse con risolutezza: "Andiamo. Vengo con te." Un sacrificio da onorareLa decisione era presa. Si prepararono in silenzio, raccogliendo ciò che poteva essere utile per affrontare l'ignoto. LeChuck, tuttavia, rimase indietro, come richiesto da Meriel. Doveva vegliare su Claris, proteggendola da qualunque pericolo potesse ancora incombere.
Prima che Trez e OldPelio partissero, LeChuck si avvicinò e porse loro un piccolo sacchetto di erbe. "Prendete queste" disse con voce grave. "Il dolore sarà implacabile, ma vi daranno più tempo per cercarla."
Con un ultimo sguardo a Claris, che giaceva ancora sul letto, e con il peso delle loro scelte sulle spalle, Trez e OldPelio si incamminarono verso il bagliore lontano, decisi a scoprire la verità, qualunque essa fosse.
Utilizzarono i pochi reagenti rimasti per teletrasportarsi verso Trinsic. Da lì, alternandosi uno alla volta, intrapresero viaggi successivi fino al luogo dove sorgeva il portale. Procedevano a turni, nel tentativo di ridurre i danni fisici causati dall'aria irrespirabile.
Con i volti coperti e i respiri brevi, entrarono nella zona devastata. La dimora di Meriel era scomparsa, ridotta in cenere, e tutto intorno a loro si estendeva un paesaggio desolato, bruciato e spoglio. L'ambiente era opprimente, e al terzo tentativo di avvicinarsi entrambi iniziarono a tossire sangue. L'aria, densa e avvelenata, sembrava non voler perdonare nessun intruso.
Trez Il Ramingo, ormai indebolito pericolosamente, barcollava quando il suo sguardo si fermò su qualcosa a poca distanza dalla vecchia posizione del portale. Un corpo giaceva immobile a terra. Gli occhi di Trez si spalancarono quando riconobbe la veste. Era Meriel.
Con il cuore in gola, si avvicinò di corsa, cadendo in ginocchio accanto a lei. Le prese delicatamente il volto tra le mani, osservando il suo respiro affannoso e il tremolio appena percettibile delle sue palpebre. "Meriel… Meriel…" la chiamò con un tono colmo di disperazione.
Dopo un istante interminabile, gli occhi di Meriel si aprirono lentamente. Vide il volto di Trez e, con un filo di voce, pronunciò: "Trez..." Aveva riconosciuto l'umano che aveva accompagnato Claris.
Senza perdere altro tempo, Trez la sollevò con cura tra le braccia, ignorando il proprio corpo che cedeva sotto il peso della stanchezza e del dolore. Camminò in direzione di OldPelio, che lo aspettava poco distante. Quando li vide arrivare, il suo sguardo si riempì di stupore e speranza. Con un sussurro, disse: "La luce ancora splende."
Senza esitazioni, salirono sulle loro cavalcature e si misero in viaggio verso Britain. Sapevano che solo lì avrebbero trovato i mezzi per curare Meriel, la fata che aveva sacrificato tutto per proteggere la speranza. [GDR Off]Meriel e Claris sono sopravvissute.
La storia è giunta al termine, chi desidera contribuire ad arricchirla può farlo liberamente.
Le questioni rimaste in sospeso potrebbero essere sviluppate indipendentemente in futuro. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - Ritiro premi[GDR OFF]
I primi tre classificati, una volta definiti i dettagli e pronti, potranno inviare un messaggio privato con [pm RitiroPremi e saranno contattati per l’assegnazione dei premi. I premi successivi alla terza posizione saranno depositati direttamente nelle banche dei partecipanti, solo se ne faranno esplicita richiesta, sempre tramite messaggio privato: [pm RitiroPremi entro il 15 gennaio 2025.
Esempio richiesta per 20000 pergamene:
Cita: [pm RitiroPremi
20 punti skills su Cartography pg <Nome>, Scarafaggio Elfico, Collana dei Briganti, Premio di partecipazione Il contributo GDR per la Collana dei Briganti può essere inviato entro il 10 gennaio 2025. Il premio richiede di aver sconfitto almeno 400 briganti.
I punti abilità assegnati:
Non sono divisibili su più abilità. Sono applicabili su qualunque PG dell'account. Possono superare il limite massimo della SOP corrente (fino a 120.0). Per alcune abilità, come Mining, il massimo resta 100.0. I punti abilità sono arrotondati per eccesso in base al numero di pergamene raccolte. Esempio: 1300 pergamene corrispondono a 2 punti abilità per arrotondamento (1000 pergamene = 1.0 punti, max 30.0 punti). Maggiori dettagli nel messaggio precedente.
I premi saranno consegnati nei giorni successivi alle richieste.
_________________
|
08/01/2025, 13:37 |
|
|
Trez
Veterano
Iscritto il: 28/06/2017, 7:32 Messaggi: 766
|
Quattro del mattino a Serpent's; il Ramingo torna nella sua dimora stanco, stremato, con poche forze ma col cuore gonfio di gioia. Salì dunque le scale quando la luce della camera di Sephrenia si accese, allora lui bussò alla porta ed appena fece un passo, una bastonata gli calò sul capo! Stordito avanzò ma un calcio lo colpì ai suoi gioiellli facendolo stramazzare dolorante a terra. A seguire le urla di Sephrenia: " eccolo il solito tiratardi, mentitore seriale, ubriacone e sicuramente sarai stato a quella locanda del peccato!". A queste dolci parole, seguì una bastonata alla schiena del Ramingo, che vistosi a mal parata si nascose sotto il tavolo. Allora urlò:" fermati mia cara, dolce, amata Sephrenia, ho grandi notizie da darti!" " Esci allora ma se non saranno più che buone, meglio che ti prepari a trascorrere la notte alla stalla" A questo punto Trez si sedette e dopo aver bevuto tutto di un fiato una bottiglia di vino, era esausto, le disse: " Meriel è libera e sta bene!!" A questa notizia la negromante mollò il suo bastone non sul Ramingo ma per terra, abbracciò il vecchio arciere con il viso rigato da lacrime di felicità. Quindi Trez raccontò gli eventi e che ora Meriel si trovava sotto le cure della sua fidata amica Claris perchè doveva riprendersi dalla paurosa avventura. "Bene, disse Sephrenia, allora vado a preparare la stanza per lei, voglio che stia con noi, non vedo l'ora! Ah mio amato, stamane sono stata alla banca ed ho chiesto al banchiere Arpiar la lista del conto ed ho visto tre uscite una da centomila, una da un milione ed una da mezzo milione di gp, hai qualche affare in corso per caso?" A questa domanda il Ramingo bofonchiò qualcosa, cercando di nascondere l'imbarazzo. " Mia cara si è vero non ti ho detto nulla perchè l'affare è in corso e volevo farti una sorpresa, ma ti assicuro che avremo tanti di quei soldi che non saprai come spenderli!" " bene, anzi benissimo perchè così potrò cambiare il mio guardaroba e visto che Meriel starà qui le fornirò i migliori vestiti di Sosaria, poi ci sarebbero altre cosucce che ho visto nei negozi di Britain un pò care ma, se come dici tu avremo tanti di quei soldi da non saper come spenderli, beh questo non sarà un problema. Ma ora vieni qui e fatti coccolare come piace a te mio eroe" Mentre il Ramingo si riposava accanto alla sua Sephrenia, rimuginava. Ho riottenuto la fiducia della mia amata, ma in verità avrei voluto tenere Meriel alla casa di Minoc, di cui nessuno sa , ed avrei avuto i favori della giovane elfa. Due sono meglio che una!! Ma un'altra cosa lo angustiava i soldi erano stati investiti in una lotteria organizzata dal vecchio Pelio e non era certo di averne frutto. Da ultimo la presenza in quel di Minoc nella sua dimora del Commodoro. Su di lui pendeva una condanna ed anche per chi lo aiutasse e questo era un grosso problema da risolvere. Morale: il bene trionfa, ma la sfortuna per il Ramingo impera!!!
_________________
|
08/01/2025, 16:50 |
|
|
M.T.S
Veterano
Iscritto il: 30/11/2020, 18:04 Messaggi: 141
|
Trinsic Sede HL.
MTS era seduto nel suo studio, reggeva in mano una coppa di vino e sorseggiandolo pensava alla battaglia appena conclusa. Il perfido Galedren era per ora sconfitto...ma la città di Trinsic era ancora invasa da briganti e la Guardia reale della Città era perita in battaglia. Forse gli HL dovevano ancora affrontare qualche prova e dimostrare la loro vera forza?
...nelle battaglie dei giorni passati gli HL si erano distinti, assicurandosi trofei e riconoscimenti di alto livello.
Il Custode HL LeChuck aveva nuovamente confermato il suo valore, portando onore a tutta la Gilda, molte renne sono state salvate e Meriel ora è nuovamente libera.
_________________ Guild Master HL
|
08/01/2025, 22:35 |
|
|
slakey
Junior
Iscritto il: 30/12/2018, 23:52 Messaggi: 28
|
Ero seduto accanto al letto di Claris, osservando il suo volto sereno mentre riposava, il respiro tranquillo che interrompeva il silenzio della stanza. OldPelio e Trez erano partiti verso Britain, sperando di trovare una cura per Meriel, che aveva pagato un prezzo altissimo durante la nostra lotta contro Galedren. La sua condizione era ancora critica, ma c’era speranza che la medicina potesse salvarla. Mentre la guardavo, un senso di sollievo mi pervadeva. Finalmente, dopo tanto dolore e incertezze, la minaccia di Galedren sembrava essere terminata.
Ripensavo ai giorni e alle notti passate a combattere contro Galedren e i suoi elfi, le battaglie estenuanti che ci avevano messo a dura prova. Non avremmo mai superato quel periodo buio senza il sacrificio di Meriel. Il suo coraggio, e il suo sacrificio erano stati la chiave per la nostra vittoria. Mi sentivo profondamente in debito verso di lei, eppure non riuscivo a fare a meno di pensare che, nonostante la fine della battaglia, non fossimo affatto liberi.Siamo sempre minacciati da pericolo che incombe sulla nostra città.
L'unica cosa che mi affliggeva ora era il pensiero che Trinsic, continuava ad essere assediata dai briganti del commodoro. Nonostante il nostro successo contro Galedren, la pace che avevamo sognato sembrava ancora lontana. La guardia della città, che avrebbe dovuto proteggerci, era stata decimata e molti dei nostri più valorosi erano caduti. Cosa ci riserva il futuro?
_________________
|
09/01/2025, 0:35 |
|
|
Maximilian I
Veterano
Iscritto il: 13/11/2020, 16:19 Messaggi: 233
|
Ancora riecheggiava nella mia mente il boato udito poche lune fa, e il bagliore ad esso legato aveva reso stanchi i miei occhi. Trinsic era ancora invasa dai vili briganti, che sono ben poca cosa senza l'aiuto degli elfi, pertanto armato di reagenti e pozioni mi avvicinai al mio fido compagno di avventure, il mio caro unicorno.... mi avvicinai al suo muso, lo guardai fisso negli occhi, quegli occhi color sangue, e gli sussurrai "c'è ancora del lavoro per te mio fido amico" Spalancata la porta della sede HL... inziai ad usare tutti gli incantesimi dei miei libri magici, aizzando il mio fido compagno e un demone evocato... spazzammo vià quasi tutta questa gentaglia dalle vie di Trinsic. Ma c'era qualcosa di strano.... più ne ammazzavo, più ne accorrevano.... come se qualcosa di arcano istigasse questi vili esseri a sacrificarsi, pur di non abbandanare le vie della città.
Stremato il mio unicorno, e terminati i miei reagenti fui costretto a rifugiarmi tra le mure amiche della sede HL.
_________________
|
09/01/2025, 18:55 |
|
|
|
Chi c’è in linea |
Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite |
|
Non puoi aprire nuovi argomenti Non puoi rispondere negli argomenti Non puoi modificare i tuoi messaggi Non puoi cancellare i tuoi messaggi Non puoi inviare allegati
|
|